Chiesa del Ceraseto – Punto “B” della Mappa

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APERTURA

Dal lunedì alla domenica con orario 09:00-19:00

Per informazioni: Enrico 340 39 76 950

Si tratta di un’antica pieve stupendamente affacciata sul lago Trasimeno, eretta probabilmente su un tempio pagano. Conosciuta come Ceraseto o Chiesa del Santissimo Salvatore in Ceraseto, ubicata a poche centinaia di metri sul fianco settentrionale del Monte Petrarvella, aveva il compito di assolvere alle necessità spirituali di quanti si trovavano all’interno della struttura castrense e di coloro che lavoravano nella corte di Paciano Vecchio.

È anche importante per l’opera che conserva di Giovan Battista Caporali “Cristo in trono tra San Giovanni Battista e San Pietro”.

L’affresco, situato nella parete di fondo della Chiesa, è stato sacrificato da una decorazione a stucco settecentesca.

Nell’opera sono ravvisabili riferimenti a Raffaello: il Battista ricorda infatti l’analoga figura della “Pala  Ansidei” (Londra, National Gallery), mentre il Cristo rimanda a quello affrescato di San Severo di Perugia.

La complessa elaborazione del trono e la composizione impostata in una dimensione architettonica presentano stretti legami con la pala dipinta dallo stesso Caporali per la Chiesa di Sant’Agostino di Perugia, oggi Conservata presso il Musée des Beaux-Arts di Bordeaux.

Di matrice peruginesca il portico aperto sul profondo paesaggio lacustre. Si tratta di un affresco realizzato intorno al 1510.

All’esterno è visibile un’antica pietra rettangolare che rappresenta il dio Giano, divinità di soglia cara agli antichi romani e venerata per lungo tempo anche in epoca cristiana.

Si tratta di tratti antichi del dio al cui nome, nel costume locale, viene fatto risalire anche il nome della città di Paciano.

Sempre all’esterno si trova una croce metallica posizionata su una roccia alla vista dei passanti, in cui la credenza popolare vuole abbia pregato, imprimendo il segno delle sue ginocchia, Santa Mustiola che nella sua fuga dai soldati romani si fermò a pregare il dio dei Cristiani affinché la salvasse dai persecutori.

La presenza ripetuta del culto della Santa anche nelle credenze popolari e nel folklore locale evidenzia la relazione storica instaurata nel tempo fra territori vicini di diverse regioni, ricordiamo che ancora oggi Santa Mustiola è la Santa patrona della città di Chiusi, in Toscana.

Il Ceraseto è anche uno dei punti di sosta del Percorso del Perugino da cui si gode una suggestiva vista sulla valle del lago Trasimeno e in cui ritrovare i tratti del maestro Perugino.

Affresco raffigurante Cristo in Trono tra San Giovanni Battista e San Pietro

  • Paciano, chiesa di Santissimo Salvatore in Ceraseto
  • Giovanni Battista Caporali (1496 – 1560)
  • Dimensioni: cm 2,56 X 2,30

L’affresco occupa la parete di fondo della chiesa ed è sacrificato da una cornice settecentesca con festoni in stucco.

Al centro della composizione vediamo raffigurato Cristo benedicente seduto su un trono rialzato sopra un gradino in pietra.

La scena è ambientata sotto un porticato che si apre su un profondo paesaggio lacustre in perfetta continuità con il paesaggio che si può ammirare uscendo dalla chiesa.

Alla destra di Dio Padre è raffigurato S. Giovanni Battista, alla sinistra S. Pietro.

Nella pedana, dipinta in basso, un’iscrizione con data frammentaria: “A.D.M. D. [ ] PRI…KALENDAS JULII…”; l’ultima cifra è andata purtroppo perduta.

Il dipinto, ricordato da Guardabassi come opera di scuola perugina, viene da Cavalcaselle e Crowe attribuito a Giovanni Battista Caporali.

L’attribuzione è condivisa poi da Gnoli e Scarpellini che ritengono Bitte sicuramente responsabile dell’opera;  quest’ultimo studioso rileva che la data apparsa nell’iscrizione deve essere integrata con una V o con una X e sostiene che una precisa analisi stilistica consente di datare il dipinto al 1510.

Nella composizione sono infatti dominanti i temi raffaelleschi: il Battista ricorda la stessa figura della pala Ansidei, mentre Cristo presuppone l’affresco in S. Severo; è inoltre evidente il consueto interesse per le masse e le superfici architettoniche impreziosite da lesene riccamente decorate, come la complessa elaborazione del gradino decorato con motivi simili a quello dipinto da Caporali nella pala di Bordeaux; mentre è di matrice peruginesca l’idea del portico aperto sul profondo paesaggio, scorciato in ampie diagonali.